Humus. Una finestra sul cortile | mostra di Alessio Vaccari (fino al 5 settembre 2020)
ven 17 lug
|lapazienza.it
Vernissage venerdì 17 luglio 2020, alle 18,30
Orario & Sede
17 lug 2020, 18:30 – 05 set 2020, 20:30
lapazienza.it, La Pazienza Arti e Libri Ferrara, Via dè Romei, 38, Ferrara, FE, Italia
L'evento
Venerdì 17 luglio 2020, alle 18,30, inauguriamo finalmente la mostra dell'artista livornese Alessio Vaccari, "Humus. Una finestra sul cortile", inizialmente programmata per lo scorso aprile.
Le opere di Vaccari vi faranno immergere in un microcosmo popolato di piccole creature, da dove contemplare affascinati la bellezza della Natura, fatta di infiniti particolari, tratteggiati dall'artista con maestria e sapienza. La tecnica pittorica scelta da Vaccari e soprattutto la tavolozza infinita dei suoi verdi infondono nello spettatore un immediato senso di quiete e benessere. Come bambini ci si ritrova a gioire nell'osservare la semplicità perfetta del mondo naturale. Per dirla con le parole di Philippe Daverio: "Vi è una prassi molto particolare che consiste nel dipingere cose minime per raggiungere intensità massime. È questo il modo operativo di Alessio Vaccari". Così «il gioco di due neri merli, presi dal contendersi una colorata stella filante, ci racconta come Vaccari, con la sua rivisitazione del puntinismo, non più meramente analitico ma fibrillante di luce e di vita, abbia non solo superato la concezione della natura morta ma addirittura potenziato la rappresentazione della natura, per così dire, “viva”» (dal testo di Eliana Urbano Raimondi contenuto nel catalogo dell'esposizione).
Per mantenere costante il numero di persone presenti all'interno della galleria, sarà nostra premura consentire l'ingresso a pochi visitatori alla volta.
La mostra sarà visitabile negli orari di apertura della libreria sino al 5 settembre 2020.
Biografia
Alessio Vaccari nasce a Pisa nel 1977. Si avvicina alla pittura a circa vent’anni; dopo il diploma di perito tecnico e due anni di Facoltà di Scienza Naturali di Pisa, decide di seguire la sua vocazione e iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Successivamente si trasferisce a Roma per completare i suoi studi specializzandosi in decorazione e conseguendo l’abilitazione all’insegnamento in Storia dell’Arte e Arte e Immagine. Negli anni ha maturato la sua ricerca artistica attraverso lo studio caparbio e appassionato della grande tradizione figurativa in una linea ideale che comprende la pittura naturalistica romana, Vermeer, Chardin, Friedrich, Seurat, Hammershöi, Giacometti, Ferroni, Guccione. Personalità inarrivabili, tutti parte di una famiglia spirituale, uniti dall’esigenza di elaborare, attraverso gli strumenti del mestiere, la sensazione di indefinito che appartiene allo spazio, alle cose stesse, alla memoria che le custodisce. La sua prima fonte di ispirazione è sempre lo spazio e la luce che lo struttura; tuttavia è difficile dire esattamente cosa l’artista voglia esprimere, è più un certo sentire… la vibrazione della luce, il sospiro del tempo immobile, l’indefinita percezione dell’essere. “Ricordo da bambino che mi inquietava la percezione di spazio nella stanza dei giochi in rapporto a piccoli giocattoli che sempre prediligevo a volte provavo la sensazione di infinito simile al ricorrente sogno della caduta nel vuoto.” La sua ricerca si fonda quindi su trame di piccoli punti di colore ad olio sovrapposte in lente stesure che vanno via via a comporre un’immagine evanescente. Un riflesso mentale dell’immagine che inizialmente ha davanti agli occhi, nel suo studio/giardino. L’altro aspetto che sente importante nel suo lavoro è il tema dell’ironia e della leggerezza che si manifesta nella ricerca di particolari soggetti e rapporti cromatici come a mantenere un equilibrio con l’aspetto esistenziale più drammatico. Così nelle sue composizioni (termine molto amato dall’artista in quanto frutto della ricerca di equilibri spaziali geometrici e delicati pesi visivi di cromie) si affacciano temi simbolici come la gabbia rotta da un piccolo uccelletto, iPhone distrutti, piccoli burattini, microcosmi arborei fatti di trame di segni che Vaccari restituisce in modo personale con lenta ripetizione di un singolo punto, oltre l’osservazione immediata, si va a comporre l’ordito mentale dell’opera. Attualmente vive e lavora a Rosignano Solvay, Livorno.